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martedì 1 ottobre 2013

LA FLESSIBILITA


La flessibilità, è la capacità di compiere movimenti molto ampi, nei limiti consentiti dalle
articolazioni e dall’elasticità muscolare.
La flessibilità si realizza mediante:
la mobilità articolare – cioè la capacità di poter utilizzare al massimo l’escursione delle
nostre articolazioni.
Influenza in modo efficace l’ampiezza dei movimenti ed è condizionata dall’allungamento
muscolare.
Per migliorare o mantenere la mobilità a buoni livelli, si devono compiere esercizi di slanci,
flessioni, molleggi, oscillazioni, circonduzioni.
l’allungamento muscolare - cioè la capacità dei muscoli striati di cambiare forma e
ritornare allo stato originario; i muscoli possiedono tre proprietà fondamentali:
o Elasticità, cioè la capacità delle fibre muscolari di aumentare la loro lunghezza;
o Contrattilità, cioè la capacità delle fibre muscolari di ridurre la loro lunghezza;
o Eccitabilità, cioè la capacità delle fibre muscolari di reagire agli stimoli nervosi.
Per migliorare l’elasticità muscolare si devono eseguire esercizi d’allungamento (stretching)
tenuto e mai molleggiato.
Eseguendo gli esercizi d’allungamento con regolarità si riesce a:
- Ridurre le tensioni muscolari;
- Prevenire infortuni muscolari;
- Favorire la circolazione sanguigna;
- Migliorare la mobilità articolare.
Mobilizzanti sono tutti gli esercizi e i movimenti che portano gradualmente le articolazioni fino
alla massima escursione.
I bambini hanno in generale un'elevata mobilità, perciò non hanno bisogno di esercitare in modo specifico la flessibilità.
Tra i 12 e i 15 anni a causa dell’aumento di statura e della tonicità muscolare, è possibile che si riscontrino rapide diminuzioni di flessibilità, è quindi utile iniziare una specifica educazione permantenere elevata questa capacità.
Evitate però l’uso degli esercizi di mobilizzazione passiva, in pratica quelli eseguiti con l’aiuto di un compagno o di sovraccarichi.
La capacità di rilasciare e decontrarre i muscoli antagonisti è il punto di partenza per incrementarela flessibilità.

Nei bambini il rischio d’infortuni provocati da allungamenti muscolari attivi è talmente
insignificante che esercitazioni in tal senso sono inutili e a volte controproducenti.
La flessibilità è l’unica capacità condizionale che raggiunge il culmine del suo sviluppo nell’età
infantile, dopodiché è destinata a peggiorare quando non è sottoposta ad esercitazioni regolari.
Per questi motivi si consiglia di iniziare un metodico lavoro sullo stretching e di inserirlo
regolarmente nell’allenamento calcistico solamente a partire dai 14-15 anni.

Stretching e prestazione

Alcuni studiosi hanno verificato il peggioramento della prestazione e dei valori di test in atleti
precedentemente sottoposti ad esercitazioni di stretching.
Ecco alcuni dati delle rilevazioni:
Wiemeyer (2003) ha rilevato una diminuzione nella prestazione in un test di salto in alto
dal 3 al 5,3%.
Henning, Podzielny (1994) notarono un peggioramenti nei salti in elevazione.
Rovida 2007
103
Begert, Hillebrecth (2003) verificarono la riduzione della forza reattiva dall’8 al 10% in
salti verso il basso.
Il saltatore Schmidtbleicher (1997), aumentò il tempo di contatto a terra di 8 mill/sec (8%)
e peggiorò l’altezza di salto di 2,6 cm (- 7%).
Wiemann, Klee, registrarono un peggioramento di 0,14 sec. su scatti di 35 m..
Rosembaum, Henning (1997), spiegarono che gli effetti meccanici dello stretching,
limitano la capacità di riprodurre la forza.
Uno studio di Fowles e collaboratori (2000) ha dimostrato che lo stiramento prolungato di
un gruppo muscolare, causa la diminuzione della sua attivazione e della relativa forza di
contrazione.
Il calo di forza risulta ancora presente un’ora dopo la fine dello stiramento; la diminuzione
dell’attivazione muscolare è presto recuperata (15 minuti), ma la forza contrattile, ancora
dopo 60 minuti, rimane inferiore del 9%.
Questa ipotesi è supportata da altre ricerche secondo le quali, dopo lo stretching, si
presenta una diminuzione della Stiffness (sforzo che compie un muscolo per riaccorciarsi
dopo che è stato allungato) dell’unità muscolo-articolare (Enoka 1994; Rosenbaum e
Henning 1995; Magnusson 1996; Klinge 1997; Hutton 1999; Wiemann e Klee 2000).


Gli allungamenti muscolari classici non appaiono quindi i mezzi più adatti per realizzare un riscaldamento muscolare

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